Quando si affrontano problemi complessi legati all’innovazione si tende a cercare soluzioni partendo dagli elementi conosciuti tentando poi di modificarli in modo incrementale così da generare una qualche variazione o soluzione di rilievo. In realtà, per produrre veramente soluzioni efficaci, si dovrebbe avere il coraggio di cambiare completamente l’approccio implementando l’esperienza diretta con il problema e modificando costantemente il punto di osservazione per ottenere, poi, possibili soluzioni alternative.
Una gestione delle criticità, quindi, che richiede di sperimentare, di avere più visioni, di interpretare più ruoli al pari di quello che avviene in un gioco; ed è propio dalla sfera ludica, legata all’essere bambino, strettamente connessa al valore dell’esperienza e ad un metodo che consiste nell’imparare facendo, che nasce uno degli strumenti più efficaci da utilizzare in azienda: la gamification.
Secondo Gartner la gamification “consiste nell’inserire dinamiche e meccaniche di gioco in attività non di gioco, per guidare un comportamento desiderato. La gamification è uno strumento per progettare comportamenti, sviluppare competenze e abilitare l’innovazione.”
Essa ha il suo core nel coinvolgere e motivare le persone ad esprimere le proprie idee per il raggiungimento di un obiettivo comune attraverso l’adozione di semplici regole.
Quando viene concepita, e portata all’interno di un processo di innovazione, facilita la condivisione delle idee, il supporto delle intuizioni migliori ed il potenziamento anche delle visioni degli altri partecipanti. Questo strumento, questa modalità di approccio all’innovazione, può essere classificata come collaborativa, e possiede la forza e la capacità di coinvolgere tutti nella stessa direzione; la gamification viene utilizzata per trovare soluzioni specifiche a vari problemi e si avvale dell’intelligenza collettiva presente nell’azienda, composta dalla rete dei dipendenti e dei vari stakeholder, così da poter sviluppare prodotti innovativi, risolvere criticità aziendali o semplicemente migliorare i processi interni.
Partendo dalla consapevolezza che coinvolgere e portare le persone a collaborare per l’innovazione non è mai un’attività banale, ma piuttosto una sfida, la gamification risulta essere una soluzione valida ed efficace poiché, portando i ruoli e le regole del gioco in azienda, permette alle persone di muoversi ed agire in un ambiente che viene percepito come conosciuto ed affidabile, non stressante e perciò adatto al rischio.
Quando gli individui si sentono rilassati e sicuri, sono più propensi a lasciarsi andare, a parlare ed osare: la gamification diventa quindi un crowdsourcing di idee e le opportunità di trovare soluzioni innovative si moltiplicano in modo esponenziale; attraverso lo sfruttamento pragmatico del gioco si possono raggiungere soluzioni creative migliori, lavorare in modo più efficiente e risolvere questioni apparentemente bloccate.
Il gioco non è mai anarchia, bisogna tenerlo a mente, e di conseguenza necessita di norme soprattutto quando si svolge in gruppo.
La forza della gamification è data dal fatto che le persone vivono un’esperienza in cui si sentono, da subito, parte integrante del processo e soprattutto si sentono autorizzati a fornire idee innovative; durante attività di questo tipo, sia l’idea che il concetto di giudizio, sono completamente assenti, perciò ogni individuo si sente libero di osare e di contribuire al miglioramento anche delle proposte che appartengono ad altri. Questa è una modalità ormai sempre più adottata dalle aziende perché stimola il lavoro tra team multidisciplinari e la co-creazione, permette la convivenza e la collaborazione tra gruppi con profili molto diversi e garantisce la creazione di soluzioni efficaci, lo sviluppo del pensiero creativo e l’innovazione dei processi.
Attraverso la messa in campo di questo concept, è possibile coinvolgere pienamente gli stakeholder portandoli a sentirsi motivati nel partecipare all’innovazione, in modo particolare in tutti quei casi in cui il cambiamento li interessi direttamente.
Poter prendere parte attivamente alla trasformazione, dirigerla piuttosto che esserne vittima, fornisce la giusta motivazione a farla accadere. Lavorare in comunità fortifica poi il senso di appartenenza e la spinta a contribuire nella realizzazione di un progetto più grande, così da poter essere riconosciuti, all’interno della stessa, come portatori di un prezioso contributo; inoltre, è uno stimolo ed un desiderio comune ad ogni individuo essere parte di un progetto o di un’idea vincente.
In quale fase del processo di innovazione la gamification risulta essere più performante?
Gli studi di settore ci dicono che sono diverse le situazioni in cui l’utilizzo di questa metodologia può fare la differenza: nelle attività legate alla formazione, in quelle attinenti la risoluzione dei problemi oppure anche nel reclutamento delle risorse, dove attraverso la gamification, per esempio, possono essere messi in evidenza i profili più innovativi, più strategici, con capacità di leadership o fortemente empatici.
E’ importante sottolineare che i concetti di collaborazione, co-produzione, condivisione, rappresentano il cuore della gamification e sono perfettamente allineati con l’essenza dell’Open Innovation, che include decentralizzazione e partecipazione multipla tra gli elementi imprescindibili di ogni processo di innovazione.
Oggi chi si occupa di cambiamento e di innovazione deve assolutamente tenere conto del potenziale immenso racchiuso nella saggezza della folla, nella Swarm Intelligence, nella forza creatrice del gruppo, per poter così dare vita a cambiamenti veramente utili ed impattanti non solo per le aziende ma per l’intera collettività; che si tratti di Design Thinking , Digital Discovery, Gamification, Design Sprint etc…la scelta di adottare una qualsiasi di queste metodologie è spesso contingente alle necessità dell’azienda ma esprime, in ogni caso, la piena consapevolezza da parte della leadership di aver riconosciuto le persone come principale asset aziendale e la creatività come vero driver dell’innovazione.