FARE IMPRESA OGGI

Siamo nel mezzo di una guerra, di una crisi energetica, di una pandemia non ancora risolta e stiamo cercando lentamente di ritrovare l’equilibrio dopo aver perso il governo durante il viaggio verso i numerosi obiettivi del Pnrr, eppure, mai come adesso il momento è propizio per cominciare a muovere i primi passi per avviare un’impresa, per mettersi in proprio, per realizzare il sogno chiuso nel cassetto.

Il panorama imprenditoriale è in continua evoluzione. Tutto quello che ieri era vero, domani potrebbe non esserlo più. Stiamo vivendo in un momento straordinario per quanto riguarda le opportunità legate all’imprenditoria ed il mondo, mai come oggi, e’ aperto per accogliere nuove idee, cambiamenti ed evoluzioni. Si presume, erroneamente, che i momenti di caos caratterizzati dai mercati in ribasso e da sconvolgimenti sociali di ogni tipo siano i momenti peggiori per avviare imprese e startup: nulla di più falso! Molte delle startup che oggi consideriamo di successo sono state avviate in periodi di crisi e recessione…. pensiamo a Uber, Netflix oppure alla stessa Airbnb.

D’altronde Einstein diceva “ La crisi è la più grande benedizione  per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’….. senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze” .

Contrariamente a quello che verrebbe naturale pensare infatti è la crisi stessa ad offrire le migliori possibilità di fare business perché mette le imprenditrici, o gli imprenditori, nella condizione di doversi impegnare nella ricerca di soluzioni ed innovazioni da fornire in risposta ai problemi presenti nel mercato.

In Italia, ma anche a livello mondiale, un contributo importante alla crescita di interesse verso l’imprenditoria è stato dato dall’arrivo del Covid.

Infatti durante i numerosi lockdown molti dipendenti, ma anche diverse persone inoccupate, hanno iniziato a mettere in discussione le priorità nella propria vita, la necessità di gestire vita lavorativa e personale in maniera equilibrata e la cosa inevitabilmente ha portato molti di loro a rivedere numerose scelte fatte: ecco come, per i dipendenti, si è arrivato a parlare del fenomeno del Big Quit o Great Resignation. Detto in parola povere, il Covid ha inevitabilmente posto l’accento sulla necessità di stabilire una scala di valori che tenesse conto dei propri sogni, aspirazioni e inclinazioni, che si è tradotta poi, da una parte, in un numero importante di dimissioni e, dall’altra, nella nascita di un interesse spiccato per il lavoro in proprio, l’impresa, l’autonomia, la libertà.

Fare impresa oggi è complesso ma non è impossibile. A tutti quelli che chiedono se esista il momento giusto per avviare un’impresa io rispondo sempre che non esiste “il momento giusto” perché, in realtà, lo stato dell’economia presenterà sempre delle opportunità per alcune imprese: alcune circostanze, infatti, potrebbero essere negative per un’idea imprenditoriale ma allo stesso tempo rivelarsi eccellenti per un’altra, è necessario quindi valutare sempre ogni situazione caso per caso.

Esiste però un momento ideale per avviare la propria impresa ed è quando la consapevolezza di essere pronte a svolgere il ruolo di imprenditrici si accompagna ad una buona idea di business; banalmente potremmo dire che quando la maturità personale, le competenze e l’idea imprenditoriale si trovano sullo stesso piano e sullo stesso livello qualitativo è il momento di mettersi sotto per avviare la propria attività lavorativa.

Consapevolezza e maturità personale sono gli strumenti che permettono, oggi, ad un’aspirante imprenditrice di valutare e capire se le circostanze sono in linea con l’avvio di un’impresa; essere capaci di analizzare le proprie risorse finanziarie, il peso di un possibile fallimento, costruire il giusto network sono tutti attori determinanti nel raggiungimento dell’obiettivo.

Avviare oggi una propria attività è più semplice anche perché grazie ai progressi della tecnologia abbiamo accesso ad informazioni, materiali, prodotti, personale in una misura che fino a qualche tempo fa non era neanche immaginabile; i vantaggi legati all’evoluzione tecnologica non si fermano a quanto precedentemente detto, basta pensare all’incredibile trasformazione in atto legata all’avvento dell’intelligenza artificiale che sta investendo ogni aspetto del business.

Oggi l’ A.I. applicata al contesto imprenditoriale è in grado di permettere agli imprenditori non solo di prendere decisioni più efficaci di quanto facciano gli esseri umani, ma automatizza anche tutti quei compiti noiosi e spesso pericolosi che fino a poco tempo fa erano appannaggio degli uomini, mettendo così le aziende nella condizione di risparmiare tempo e denaro.

Prima però di buttarsi a capofitto nella creazione di una nuova attività è raccomandabile iniziare gradualmente ad affrontare tutti i singoli step che porteranno poi all’avvio d’impresa ed uno di questi passi è rappresentato dall’analisi, la ricerca e lo sviluppo dell’idea di business.

Ogni business inizia con un’idea ma, se fino a prima della digitalizzazione le idee potevano essere tradotte in un prodotto o servizio indipendentemente dalla richiesta presente sul mercato, ora la situazione è un po’ diversa. Un’idea per avere successo deve risolvere un problema o migliorare un prodotto/servizio esistente, deve essere facilmente  adattabile e modificabile sulla base dei cambiamenti velocissimi che caratterizzano gli attuali scenari e soprattutto deve offrire una risposta ad una domanda che esiste nel mercato ancora prima di venire messa in circolazione. Un’idea per funzionare non deve essere obbligatoriamente “nuova” a volte il successo arriva andando a proporre miglioramenti ad un’idea oppure a un prodotto o servizio già esitente. Quando mi occupo di consulenza ed aiuto le aspiranti imprenditrici nella fase di messa a fuoco del progetto imprenditoriale quello che consiglio più spesso è di fare insieme una checklist valutativa della possibile idea di business; attraverso questo processo è già possibile avere in tempo ridotto un primo bilancio sull’efficacia dell’idea.

Una buona idea di business ha diverse caratteristiche ..può innovare fornendo soluzioni ad un problema o soddisfare un’esigenza secondo una modalità più idonea rispetto a quelle già disponibili oppure può colmare le lacune presenti nel mercato di riferimento offrendo un prodotto o un servizio che non è ancora stato commercializzato oppure può essere caratterizzata da un elevato rapporto qualità/prezzo così da garantire al cliente uno specifico beneficio; in realtà sono molteplici i criteri che vanno analizzati per poter avere una prima, seppur parziale, valutazione dell’idea imprenditoriale.

Come ho detto più volte, oltre alla buona idea, è fondamentale che vi sia la presenza della “domanda” nel mercato ovvero un numero elevato di consumatori disposti ad acquistare il nostro prodotto o servizio; considerate sempre, che quello che ci entusiasma o ci sembra geniale non è detto che ottenga lo stesso effetto sulle altre persone ed in questa fase, perciò, è obbligatorio ( e salutare!! ) essere il più possibile obiettivi verso se stessi.

Secondo Fundera[1] oltre il 42% delle imprese fallisce per assenza di domanda dei loro prodotti/servizi. Il dato è sufficientemente alto da non avere bisogno di ulteriori commenti.

Ovviamente le tappe che portano alla creazione d’impresa non sono semplicemente queste, stiamo infatti parlando di un percorso complesso che si compone di molti altri elementi, il business model, il business plan, la scelta della forma giuridica, la ricerca dei finanziatori etc etc.. però intanto si può partire dall’idea sviluppandola nel tempo libero avviando quello che gli americani chiamano side hustle , ovvero un “business laterale”; quando si è aspiranti imprenditrici e si può contare su un lavoro sicuro, non conviene mai abbandonare il proprio lavoro ma è consigliabile iniziare a portare avanti la nuova idea di business nel tempo libero così da poterne verificare la fattibilità riducendo notevolmente i rischi personali e finanziari. Una volta validata l’idea e valutata la sostenibilità economico finanziaria è possibile iniziare a pensare di abbandonare l’impiego retribuito.

Parlando del fare impresa oggi è necessario toccare l’argomento anche dal punto di vista della questione femminile. Ad oggi il MISE ha avviato con successo il Fondo Impresa Femminile, previsto dalla Legge di Bilancio 2021 e diventato operativo a partire da maggio 2022 dopo essere stato potenziato e inserito nella missione “Inclusione e coesione” del PNRR, destinato a sostenere sia le nuove imprese sia il consolidamento di quelle già avviate, così da raggiungere l’obiettivo di un aumento dell’occupazione femminile del 4% entro il 2026.

Sostenere le donne imprenditrici è la base per garantire uno sviluppo inclusivo, resiliente e sostenibile.

Purtroppo, il cammino per il conseguimento degli obiettivi di inclusione dell’Agenda 2030 dell’ONU sembra essere ancora molto accidentato e lungo. Eppure i benefici derivanti dalla completa inclusione delle donne nel mercato del lavoro sono già stati ampiamente studiati e valutati. Includere le donne nel sistema finanziario contribuisce ad aumentare i profitti, riduce notevolmente i rischi, aumenta la trasparenza e contribuisce alla stabilità dell’intera economia. Mettere le donne nella condizione di creare un’impresa e permettere alle stesse di partecipare attivamente al commercio internazionale assicura sia la resilienza sia la capacità d’innovazione di una nazione, queste non sono supposizioni ma sono frutto di analisi e dati facilmente consultabili da chiunque.

Occorre impegnarsi per far sì che le donne possano esprimere il proprio talento, il  potenziale innovativo, serve agevolare lo sviluppo di una nuova imprenditoria femminile così come serve prestare attenzione a quelle che sono le necessità reali di una donna che decide di fare impresa.

E’ necessario pensare all’entrepreneurship femminile garantendone la sostenibilità, l’innovazione tecnologica, implementandone la digitalizzazione e lavorando sullo sviluppo del capitale umano attraverso la sua formazione come fattore abilitante e garanzia di continuità.

 

[1] Fundera.com

 

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